Dopo le chiusure dell’anno scorso nel sud Italia, il gruppo francese è in trattativa per la cessione dei restanti punti vendita
Negli ultimi anni l’esperienza italiana di Carrefour non è stata delle migliori. La riduzione dei margini, il costo del lavoro sostanzialmente stabile, ma comunque alto, i costi energetici crescenti e una politica di gestione dei punti vendita spesso miope e poco attenta alle esigenze della clientela, ha portato a diversi cambi di strategia. Dalla trasformazione di Carrefour Italia con la decisione di puntare in maniera sempre più decisa sul franchising, alla ricerca di partner a cui affidare il controllo a livello territoriale di diversi supermercati mantenendo l’esclusiva della fornitura, per arrivare alla cessione definitiva di alcuni punti vendita (in particolare in Campania dove i punti vendita sono passati ad Apulia Distribuzione, garantendo i livelli occupazionali, salvo poi assistere alla chiusura degli stessi nel giro di pochi mesi dall’acquisizione). Ora sembra essere arrivati al capolinea. In Italia dal 1972 e divenuta nel tempo leader della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), sono 1.185 punti vendita attivi nel nostro Paese, di cui oltre 900 gestiti da affiliati a conferma della scelta di puntare sul franchising. Il volume d’affari generato sul mercato italiano è pari a 3,7 miliardi di euro e rappresenta il quinto mercato in cui è presente il colosso della distribuzione francese, dopo Francia, Brasile, Spagna e Belgio.
Le voci sulla presunta uscita dal mercato italiano sono riaffiorate in seguito ad alcune dismissioni di piccole dimensioni, mentre l’ipermercato di Calenzano è stato ceduto a Iper Tosano (ha riaperto dopo quasi un anno di chiusura lo scorso mese di giugno). Ma la notizia più importante è rappresentata dalla trattativa in corso per cedere l’intera rete italiana a gruppi come Lidl, Esselunga e Conad.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il gruppo guidato Alexandre Bompard, ha affidato a Rotschild la ricerca di potenziali acquirenti. Le prime indiscrezioni parlano di un interesse da parte di diversi gruppi della distribuzione operanti in Italia, ma anche del possibile ingresso del colosso spagnolo della distribuzione Mercadona. Al momento, tuttavia, sembra che la soluzione preferita dalla proprietà sia di una vendita spacchettata a più soggetti piuttosto che a un solo operatore. La scelta finale dovrà passare dall’approvazione degli azionisti di riferimento di Carrefour, tra cui la famiglia Moulin (grandi magazzini Galeries Lafayette), che ha una partecipazione di poco inferiore al 10% del capitale.
Nel 2024, le vendite di Carrefour in Italia sono diminuite del 5,3%, raggiungendo i 3,63 miliardi di euro, con perdite per 250 milioni di euro (fonte Les Echos – https://www.lesechos.fr/industrie-services/conso-distribution/carrefour-pret-a-tourner-la-page-de-litalie-apres-une-aventure-de-30-ans-2177450).
La possibile uscita della multinazionale francese dal mercato italiano, ha spinto i sindacati a proclamare lo stato di agitazione. Per i sindacati le indiscrezioni diffusesi sugli organi di stampa meriterebbero una smentita da parte del gruppo, o quanto meno un chiarimento. Per il momento, invece, l’azienda non smentisce né conferma le voci di vendita. Le risposte evasive fornite dal management dell’azienda non hanno fatto altro che aumentare la preoccupazione per le migliaia di dipendenti attualmente impiegate nella rete di vendita. Ad acuire il nervosismo le recenti smobilitazioni attuate da Carrefour in alcune aree del Paese, con una comunicazione pressoché assente e tutele per i lavoratori assicurate, ma nel volgere di pochi mesi immediatamente evaporate.