Secondo i dati ISTAT resta alta la volatilità sull’andamento globale dell’economia
Nella nota sull’andamento dell’economia elaborata dall’ISTAT, focus sui prezzi dei beni alimentari. Da ottobre 2021 a ottobre 2025 i prezzi dei beni alimentari in Italia sono aumentati del 24,9%, con un incremento superiore di a quello evidenziato dall’indice generale dei prezzi al consumo nello stesso periodo (17,3%). In questo quadriennio la crescita è rallentata, ma resta significativa. L’impennata maggiore dei prezzi la si è avuta nel biennio 2022-23, quando l’incremento incontrollato dell’energia ha colpito a cascata tutti i settori produttivi, colpendo in modo rilevante anche il settore degli alimentari non lavorati. Negli ultimi due anni la crescita è stata più contenuta ed in parte è stata generata dal recupero dei margini di profitto delle imprese del settore agricolo.
Rallenta la crescita del carrello della spesa (+2,3%, da +3,1% di settembre), riflettendo la dinamica dell’inflazione dei beni alimentari. Il differenziale d’inflazione tra il carrello della spesa e l’indice generale si porta a 1,1 punti percentuali (1,5 punti a settembre).
A ottobre i prezzi dei servizi aumentano in termini tendenziali del 2,6%, come nella media dei 5 mesi precedenti, riducendosi dello 0,4% rispetto a settembre, grazie alla contrazione dei prezzi relativi ai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%) e di quelli delle comunicazioni (-0,3%); in aumento i prezzi dei servizi per l’abitazione (+0,3%), in flessione quelli dei trasporti (-0,3%).
L’INCERTEZZA DELL’ECONOMIA GLOBALE GENERATA DA DAZI E CRISI INTERNAZIONALI
Secondo i dati ISTAT, l’economia globale è in moderato rallentamento e il commercio internazionale mostra un andamento volatile anche per il persistere di un elevato grado di instabilità delle politiche commerciali.
Nel terzo trimestre, la dinamica congiunturale del Pil ha segnato una modesta accelerazione in Cina e nell’area euro. Negli Stati Uniti le attese di una moderazione del ritmo di crescita dell’attività economica e dell’inflazione hanno favorito il taglio dei tassi di interesse a ottobre.
Il Pil italiano, secondo la stima preliminare, è rimasto stazionario nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato analogo a quello tedesco ma inferiore a quello della media dell’area euro, della Francia e della Spagna.
La dinamica congiunturale delle esportazioni nei mesi estivi, nonostante una contrazione ad agosto, è risultata nel complesso positiva (+1,2% a giugno-agosto rispetto ai tre mesi precedenti), mentre le importazioni nello stesso periodo hanno evidenziato un lieve calo (-0,3%).
L’indice destagionalizzato della produzione industriale a settembre è aumentato del 2,8% rispetto ad agosto, compensando la forte flessione del mese precedente (-2,7%). Nella media del terzo trimestre, tuttavia, l’indice mostra una diminuzione su base congiunturale (-0,5%).
Aumenta l’occupazione a settembre. La crescita coinvolge le sole donne e tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni. Per posizione professionale gli occupati sono saliti tra i dipendenti permanenti, diminuiti tra quelli a termine e sono risultati sostanzialmente stabili tra gli autonomi.
A ottobre, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) evidenzia, in base alle stime preliminari, un aumento tendenziale (+1,3%), inferiore alla media dell’area euro (+2,1%) e in deciso rallentamento rispetto ai mesi precedenti.